Sulle tracce di Francesco al Santuario della Verna

Ieri Assisi ha festeggiato San Francesco con la memorabile visita di Papa Francesco nei luoghi del Poverello. Oggi vogliamo proporvi un luogo simbolo del francescanesimo: il Santuario della Verna. Tra le folte montagne aretine sorge questo luogo mistico dalla lunga tradizione religiosa.

Ripercorrere la storia del Santuario della Verna significa addentrarsi nei secoli del Medioevo italiano. L’architettura sacra fu edificata nei primi anni del Duecento, quando San Francesco iniziò a ritirarsi sul Monte della Verna per pregare. Dopo le prime celle fu realizzato il Santuario, iniziato con l’episodio delle stimmate nel 1224. Da allora questo luogo di culto continua ad attirare migliaia di fedeli stregati dalla tranquillità del luogo.

Ognuno degli spazi del Santuario della Verna ha un significato legato alla vita del Poverello. Secondo la tradizione nella Chiesetta di Santa Maria degli Angeli la Madonna apparve a San Francesco. La Cappella delle Stimmate fu invece il luogo dove avvenne il miracolo, ed è ricoperta da affreschi realizzati da Andrea della Robbia e Antonio da Padova. La Basilica Maggiore infine è l’architettura costruita più tardi e sfoggia affreschi dello stesso Andrea della Robbia: tra questi spiccano la Natività e l’Annunciazione.

Il Sasso Spicco nel Santuario della Verna.

Il Sasso Spicco, luogo simbolo del Santuario della Verna. © Friar’s Balsam.

Il Santuario della Verna affascina i visitatori anche per altri luoghi simbolo. Dal grande piazzale chiamato Quadrante si può accedere al Sasso Spicco. Qui l’emozione coglie i fedeli e gli amanti di San Francesco: l’enorme sporgenza di roccia sovrasta il punto in cui il Santo si ritirava in preghiera.

L’attenzione con cui i monaci francescani della Verna curano la Foresta Monumentale ha permesso a questo scorcio naturale di sopravvivere immutato nei secoli. Il faggio è l’albero dominante con alcuni esemplari che raggiungono 50 metri d’altezza.

Il Santuario della Verna è “soltanto” la massima espressione di bellezza del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Qui la natura non teme devastazioni e sfugge agli attacchi della modernità.

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